Il mondo dei droni sta vivendo una trasformazione silenziosa, e tuttavia radicale.
Se fino a pochi anni fa l’attenzione era concentrata sul fascino del volo e sulla spettacolarità delle riprese aeree, oggi il centro di gravità si è spostato nell’universo di tecnologie e applicazioni che circondano questi mezzi.
A fare la differenza è l’ecosistema, ed è qui che si misura il vero valore aggiunto; il processo è irreversibile e sempre più accentuato e variegato, complice anche l’AI.
L’elemento più innovativo è la capacità di integrare sensori e software sempre più sofisticati.
Non si tratta soltanto di migliorare la definizione delle immagini, ma di leggere la realtà in profondità e da prospettive inedite.
Le telecamere multispettrali, ad esempio, permettono di valutare lo stato di salute di una coltura agricola con una precisione che nessun occhio umano potrebbe raggiungere.
I sistemi Lidar restituiscono modelli tridimensionali del terreno e delle infrastrutture, aprendo la strada a nuove forme di progettazione, monitoraggio e conservazione.
Le termocamere individuano anomalie altrimenti invisibili, come dispersioni energetiche o focolai di incendio incipiente.
In tutti questi casi, il drone diventa un veicolo per strumenti che rivelano ciò che altrimenti resterebbe nascosto.
La seconda rivoluzione avviene quando i dati raccolti entrano nei software di elaborazione.
Superato l’ambito della “semplice” fotografia, parliamo oggi di informazioni trasformate in mappe dinamiche, in digital twin capaci di riprodurre un’infrastruttura in ogni dettaglio, in modelli previsionali che anticipano scenari e rischi.
L’intelligenza artificiale e il cloud computing consentono di passare dall’osservazione alla conoscenza, e dalla conoscenza all’azione.
È qui che i droni si inseriscono nei processi aziendali, diventando strumenti di stretto supporto alla decisione e non più solo di rilevazione.
Il terzo elemento, forse il più decisivo, è l’integrazione.
I leader del settore hanno costruito piattaforme che collegano droni, sensori, software e servizi digitali in un’unica architettura coerente.
Questo significa poter contare su aggiornamenti continui, su un ecosistema di applicazioni sviluppate da terze parti, su una rete di interoperabilità che rende ogni missione più rapida e più sicura.
Va da sé che la possibilità di avere sistemi costantemente aggiornati, tipicamente via cluod, diventa immediatamente un vantaggio competitivo dell’utilizzatore professionale finale.
È un approccio che ricorda quello degli smartphone: non è il dispositivo a determinare il suo valore, ma la ricchezza delle applicazioni e dei servizi che vi ruotano intorno.
Guardando a questo scenario, diventa chiaro che i droni (quelli volanti) non sono semplicemente strumenti per vedere dall’alto, ma tecnologie che cambiano il modo di osservare, analizzare e governare la realtà.
Non è un caso che vengano scelti per monitorare linee elettriche, cantieri complessi, impianti industriali, viadotti e ponti, o per sostenere pratiche agricole sempre più efficaci e sempre meno impattanti.
L’ecosistema che li completa è ciò che li rende davvero efficaci, affidabili e scalabili fino ad affrontare esigenze prima ingovernabili.
Il drone
è un’interfaccia robotica capace di interagire con l’ambiente che lo circonda.
Lo fa grazie a sensori, che raccolgono informazioni, e ad attuatori, che gli permettono di compiere azioni.
In pratica, può elaborare i dati che rileva oppure trasmetterli a operatori o sistemi remoti.
Dotato del software idoneo, il drone può essere programmato per svolgere una grande varietà di compiti, adattandosi a obiettivi molto diversi tra loro.
L’ecosistema del drone
è l’insieme di strumenti e tecnologie che lo supportano – accessori, sensori, dispositivi, software e metodi, sistemi di comunicazione– che permettono all’utilizzatore di gestire in modo efficace l’ambiente o il contesto produttivo in cui opera.
Grazie a siffatto ecosistema, chi utilizza il drone può raccogliere informazioni utili, prendere decisioni su presupposti obiettivi.
Il futuro, in fondo, è già scritto nella direzione che questi sistemi stanno prendendo: droni sempre più autonomi, inseriti in reti di sensori e piattaforme digitali, capaci di dialogare con altri strumenti e di generare valore in tempo reale.
Non più semplici apparecchi volanti, ma nodi intelligenti di un tessuto tecnologico che cresce insieme alle nostre esigenze di sicurezza, sostenibilità e conoscenza.
Dopo aver considerato per lungo tempo il drone come un giocattolo molto sofisticato, ecco che ora siamo capaci di formularne una definizione più completa della sua vera essenza.