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Come progettare software AI-ready per il business: dall’idea alla messa in produzione

L’Intelligenza Artificiale sta diventando una componente centrale nel software moderno, ma integrare l’AI in modo efficace non significa semplicemente “aggiungere un algoritmo”. Significa ripensare il modo in cui si progettano le applicazioni: dai dati all’architettura, dall’interfaccia utente all’etica.

Per chi sviluppa soluzioni destinate al mondo business, creare software AI-ready vuol dire rendere il sistema capace di apprendere, adattarsi e generare valore concreto — senza sacrificare performance, scalabilità o sicurezza.

In questo articolo esploriamo i pilastri fondamentali per progettare applicazioni aziendali pronte a integrare l’intelligenza artificiale, offrendo a clienti e stakeholder non solo una tecnologia, ma un vantaggio competitivo misurabile.

 

  1. L’AI non è una funzione, è una strategia

La prima domanda da porsi non è “che modello AI possiamo usare?”, ma “dove l’AI può generare impatto reale?”

Le aree più promettenti includono:

  • Ottimizzazione dei processi: automazione intelligente, workflow adattivi;
  • Customer experience: suggerimenti personalizzati, chatbot evoluti, analisi dei comportamenti;
  • Decision making: insight predittivi basati su dati storici e in tempo reale;
  • Controllo qualità e manutenzione predittiva in ambito industriale.

Best practice: partire da problemi di business concreti, non da soluzioni tecnologiche astratte.

 

  1. I dati prima di tutto: progettare per essere data-driven

L’AI è affamata di dati. Ma non tutti i dati sono utili, e non tutti sono pronti all’uso. Un software AI-ready deve:

  • raccogliere dati strutturati e non strutturati in modo sistematico;
  • garantire la qualità e la pulizia delle informazioni;
  • includere meccanismi di tracciabilità per ogni dato utilizzato dall’algoritmo (data lineage);
  • essere conforme alle normative su privacy e protezione dei dati (GDPR in primis).

Best practice: prevedere una data strategy già nella fase di progettazione, e non a posteriori.

 

  1. Scegliere l’architettura giusta per scalabilità e modularità

Un’applicazione AI-ready deve essere progettata per evolvere con il tempo, integrando modelli sempre più sofisticati e diversi tra loro. È quindi essenziale:

  • utilizzare architetture a microservizi, che permettano di isolare e aggiornare i componenti AI in modo indipendente;
  • scegliere container e orchestratori (Docker, Kubernetes) per il deployment flessibile;
  • integrare facilmente API di modelli esterni (es. OpenAI, Hugging Face, Azure ML).

Best practice: evitare monoliti rigidi e optare per una struttura componibile e interoperabile.

 

  1. Modellazione e training: custom, pre-trained o hybrid?

Nel mondo business, l’approccio giusto non è sempre creare modelli da zero. Spesso conviene:

  • usare modelli pre-addestrati, finemente adattati con tecniche di fine-tuning;
  • creare un layer di personalizzazione locale, per rispondere a esigenze specifiche del cliente;
  • scegliere algoritmi interpretabili quando la trasparenza è cruciale (es. ambito medico, legale).

Best practice: valutare sempre costo-beneficio e tempo di addestramento rispetto all’impatto previsto.

 

  1. UX AI-driven: interfacce intelligenti e comprensibili

L’interazione con sistemi basati su AI deve essere:

  • intuitiva: l’utente deve sapere cosa può chiedere e cosa aspettarsi;
  • trasparente: mostrare come e perché è stata generata una risposta;
  • correttiva: prevedere modalità per intervenire in caso di errore o ambiguità.

Best practice: progettare interfacce capaci di mediare tra complessità algoritmica e semplicità d’uso.

 

  1. Sicurezza ed etica: due aspetti non negoziabili

Ogni sistema AI introduce nuovi vettori di rischio, dalla manipolazione dei dati al bias algoritmico. Un software AI-ready deve quindi:

  • includere meccanismi di validazione e controllo dei modelli;
  • applicare policy etiche nella scelta e gestione dei dataset;
  • garantire auditabilità dei processi decisionali;
  • rispettare i principi di AI Act e normative correlate.

Best practice: trattare l’etica dell’AI come parte integrante del ciclo di sviluppo, non come un’aggiunta posticcia.

 

Progettare oggi il software che resiste al tempo

L’AI è destinata a trasformare ogni settore, ma solo chi progetta con metodo e lungimiranza potrà trasferire innovazione concreta ai propri clienti.

Per Intersystem, sviluppare soluzioni AI-ready significa:

  • comprendere il valore reale per ogni settore di applicazione;
  • costruire software solido, modulare, interpretabile;
  • accompagnare i clienti lungo un percorso guidato, sicuro e sostenibile.

Non si tratta di innovare per moda, ma di costruire fiducia e risultati.

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